I dolci contadini: la brazadèla
Quando le nonne erano casalinghe, con le mani piene di farina ed il grembiule sempre indossato, non si vedeva l’ora che arrivasse una festa per assaporare i dolci preparati per tutta la famiglia.
Natale, San Giuseppe, Pasqua: tante erano le occasioni per gustare la tipica “brazadèla“, o ciambella o pinza bolognese, soprattutto per colazione accompagnata da una tazza gigante di latte caldo, magari appena munto e bollito, che creava quello strato di panna grassa perfetta come ingrediente “segreto” per un ragù strepitoso!
Anche se è un tipico dolce natalizio, la nostra famiglia la faceva preparare a tutte le feste e in abbondanza, per non rimanerne mai senza e come scusa per fare visita alla nonna.
La ricetta originale della pinza bolognese risale al 1644, iscritta nel volume di Vincenzo Tanara, agronomo bolognese “L’economia del cittadino in villa“
Moltissime delle nostre eccellenze culinarie sono tramandate di generazione in generazione, ma spesso dimentichiamo il motivo per cui gli ingredienti vengono utilizzati solo in alcune situazioni o in determinati periodi, tanto abituati ad avere qualunque cosa in qualunque momento.