La Strada del Made in Italy
La strada del Made in Italy è un percorso iniziato nella seconda metà del ‘900, inizialmente solo col cibo, oggi, non sono solamente i prodotti, ma è lo stile di vita italiano a godere di grande apprezzamento da parte dei consumatori di tutto il mondo: questo costituisce una grande ricchezza per il nostro paese e per le nostre imprese, cosa che implica la necessità di disporre di adeguati strumenti di tutela e di politiche rivolte al suo sostegno. I prodotti del “Made in Italy” costituiscono, ancora oggi, le voci principali delle esportazioni italiane e, nel corso degli anni, il surplus commerciale fatto registrare da queste merci ha consentito al paese di finanziare l’acquisto di energia e materie prime di cui esso è carente.
il “Made in Italy” nasce in un particolare contesto, costituito da imprese di medie e piccole dimensioni, molto spesso a carattere familiare, che nel corso dei decenni si sono evolute ed adattate per operare in un mercato soggetto a rapidi cambiamenti.
Il sistema agro-alimentare costituisce la quarta “A” delle eccellenze produttive italiane. Esso vede i suoi punti di forza nei prodotti tipici della cosiddetta “dieta mediterranea”. L’Italia detiene diversi primati anche in quest’area, essendo il primo paese esportatore di prodotti quali pesche, conserve di pomodoro, uva ed altri prodotti agricoli. Meritano di essere ricordate anche le sue esportazioni di prodotti unici, in particolare vini e formaggi, di cui l’Italia è l’unica produttrice al mondo.
Il comparto agro-alimentare, negli ultimi anni, ha attraversato un periodo di grande sviluppo e si è configurato come uno dei comparti più promettenti per aumentare la diffusione del “Made in Italy”. Il nostro si dimostra uno dei paesi più forti per numero di prodotti “distintivi”, potendo contare su ben 264 etichette Dop e Igp, a cui si devono aggiungere 4.698 specialità tradizionali regionali. Nel settore del vino, inoltre, il nostro paese può vantare 332 etichette Doc, 73 Docg e 118 Igt. Il biologico è un altro fiore all’occhiello italiano: l’Italia è il primo paese in Europa per numero di imprese, tra i primi al mondo per superficie destinata a coltivazioni biologiche e tasso di crescita del settore. Sono tutti dati riportati in un recente studio dal titolo “10 verità sulla competitività italiana. Focus sul settore agro-alimentare”, realizzato congiuntamente da Fondazione Symbola, Fondazione Edison e Confcommercio per Coldiretti. Federalimentare, inoltre, ha stimato, per il 2015, una crescita del +5,5% per le esportazioni del settore, un valore quasi doppio rispetto a quello dell’anno precedente. Il merito di tale risultato è da ricercare nelle migliori condizioni che si sono presentate in molti mercati emergenti, della dinamica favorevole della congiuntura USA e della spinta fornita dall’Expo di Milano. I settori appena delineati costituiscono, come detto in precedenza, la colonna portante della struttura economica italiana ed il loro apporto si è, fino ad oggi, dimostrato fondamentale sia in termini di occupazione generata che per il contributo al mantenimento in equilibrio della bilancia commerciale, che risente costantemente del peso delle importazioni di energia e materie prime industriali. Da tutto ciò si deduce l’importanza cruciale di perseguire politiche idonee al mantenimento e all’accrescimento delle posizioni di competitività all’interno di questi comparti.